Via l’antiestetico Pic Nic, al suo posto un monumento ai caduti sulle strade

  Il 12 maggio 2009, voluto dall’Amministrazione Camporeale, c’è stato l’abbattimento del vecchio PIC NIC in piazza Vittorio Emanuele III.
    Già da tanti anni nell’abbandono, la struttura di cemento, con gl’infissi di alluminio anodizzato, fatiscente, continuava a deturpare il cuore del centro storico di Serracapriola e nessuno si era mai preoccupato di provvedere alla sua rimozione, necessaria, anche perché l’attività commerciale del locale cessò da tanto tempo. Tant’è che il pittore-pianista Giuseppe de Sario di Bari, trapiantato a Serracapriola, perché innamorato del nostro paese, spinto dalla sua sensibilità d’artista, in un suo scritto pubblicato da La Portella, il giornale di Serracapriola, faceva rilevare, anche con una fotografia, la bruttura di quel contesto.
    Dopo la rimozione dei resti della struttura è stata rifatta la pavimentazione in cubetti di porfido per dare continuità al resto della piazza, pavimentata con lo stesso materiale. Sul terreno delle basi dei due rigogliosi lecci, lasciato libero, sono state poste due grate di metallo per il calpestio e la preservazione.

IL MONUMENTO AI CADUTI SULLE STRADE

    Su una piccola parte dello spazio ottenuto dall’abbattimento della struttura si è voluto erigere un monumento “Ai caduti sulle strade monito al rispetto della vita da chi le costruisce e per chi le percorre”. Questa epigrafe, incisa sul fronte del blocco di pietra, chiarisce la motivazione. Una novità per Serracapriola e per l’Italia, visto che nella nostra nazione di questi monumenti ne sono stati eretti finora pochissimi. Ma ben accetta per il dato di fatto che rispecchia l’epoca moderna, poiché le strade assieme agli autoveicoli e al loro uso da parte degli utenti sono spesso cause di morte o di invalidità permanente. Una “guerra”, involontaria e permanente, che lascia i suoi caduti sull’asfalto.
    Su proposta del dott. Luigi A. Ciannilli, Presidente del Comitato Fernando Paglierini di Copparo FE, per la Sicurezza Stradale, si è costituito anche nel nostro paese un comitato, formato da Giovanni Silvestris, presidente e coordinatore dei lavori, Antonio Corroppoli, Fortunato Di Marzio, Matteo del Vecchio e il Comitato F. Paglierini – Ferrara –. Questi hanno coinvolto la comunità serrana e l’Amministrazione Comunale, donatrice dello spazio dove è sorto il monumento, per la raccolta dei fondi necessari per la realizzazione dell’opera da parte dei fratelli Vocino, marmisti in San Paolo di Civitate, su progetto gratuito degli architetti serrani Tilde Borrelli ed Enrico Valente,
    L’opera di pietra bianca di Apricena, montata dai maestri muratori Vincenzo Barbato, Michele Tronco e dal marmista Michele Vocino, con la collaborazione del comitato promotore, del commerciante Matteo Balice e dell’elettricista Franco di Cristofaro, è costituita da quattro pezzi sovrapposti ad incastro: una base di sei basole, un blocco portante a base quadrata del peso di 23 quintali e una colonna culminante con un capitello su cui poggiano tre colombe bronzee nell’atto di librarsi in volo, donate da Fortunato d’Orio, titolare dell’impresa di onoranze funebri di Serracapriola. Non poteva mancare la lampada votiva e un bassorilievo bronzeo raffigurante la Pietà di Michelangelo, posto sul fronte del blocco portante, simbolo cristiano di appartenenza millenaria della comunità serrana alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Le due solide panchine di metallo sono state realizzate e donate dal maestro fabbro Fernando Pallamolla.
    Il monumento, esteticamente valido per la sua semplicità e ben inserito nel contesto dell’area per le sue contenute proporzioni,è stato inaugurato il 1° novembre 2009 alla presenza di autorità civili, militari e religiose, di molti familiari che hanno avuto i propri cari caduti in incidenti sulle strade e di buona parte della cittadinanza. La cerimonia dell’inaugurazione è stata preceduta da quattro interventi.
    Luigi Ciannilli, fra le altre cose, oltre a ricordare i caduti sulle strade del nostro territorio e a citare gli oltre 6.000 morti all’anno in Italia per incidenti stradali, ha proseguito dicendo che… due guerre mondiali hanno fatto proliferare i monumenti a ricordo dei caduti. Per fortuna nei secondi 50 anni del secolo scorso ci sono state pochissime guerre e non fratricide come le prime, però le abbiamo sostituite con i morti sulle strade e dopo averli coperti con un telo bianco abbiamo detto che è colpa sempre di chi guida. Ma le statistiche dicono che non è vero…. Verso la fine del suo intervento il relatore, ha ringraziato, fra gli altri, le Forze dell’Ordine, essenziali per arginare il lassismo e per educare anche con le multe i comportamenti scorretti…. ma a noi sembrano cattive quando ci fanno la multa; si è più sensibili verso il portafogli che verso la vita.
    Frate Antonio Belpiede, vicario provinciale dei frati cappuccini, ha ribadito l’importanza di mettere in sicurezza le strade e la prevenzione nel tenere in perfetta efficienza l’autoveicolo e rispettare il codice stradale. Alla fine ha sottolineato la definizione caduti sulle strade ritenendola filosoficamente corretta.
    Il sindaco Marco Camporeale, oltre a ricordare alcuni decessi per incidenti stradali, fra cui il marito del sindaco di Chieuti Lucia A. Dardes, il compianto Mario Tartaglia, si è impegnato, nonostante sia passato il periodo delle vacche grasse, di fare il possibile per mettere in sicurezza le strade e ha dichiarato di aver presentato 12 progetti per le strade comunali, sperando di avere i fondi per farli realizzare.
    Il parroco don Renato Orlando, prima del rito della benedizione ha puntualizzato che il monumento non ha solo un pregio estetico ma deve avere una valenza educativa soprattutto per le nuove generazioni. Il richiamo va alle famiglie che devono educare i propri figli al rispetto della sacralità di ogni bene comune. Come diventeranno queste bianche pietre? E qui la dolente nota sulle incivili mode di deturpare i monumenti ed i muri delle case con scritte e vandalismi di ogni genere (vedi il monumento ai Caduti in guerra, il muro di cinta del fossato del castello, il muro di cinta del convento dei cappuccini ecc.).
    A conferma di quanto esposto: l’atto vandalico del 17 novembre c.a., quando i vigili urbani hanno fermato un malvivente che aveva già danneggiato la lampada votiva del “monumento ai caduti sulle strade”, riposizionata due giorni dopo.
    Il 27 novembre è stata installata la recinzione in ferro battuto (le cui colonnine di sostegno sono state donate dal maestro fabbro Agostino Cardascia) a protezione del monumento, una forzatura necessaria per limitare, forse solo simbolicamente, la “libertà” degli animali randagi “a due” e a quattro zampe.
    L’intera opera è stata resa possibile grazie all’ impegno dei quattro componenti del comitato promotore, fra cui Giovanni Silvestris, abile restauratore e meticoloso ricercatore di materiale riciclabile che, assieme ai suoi collaboratori, ha coordinato tutto il lavoro.