Il 15 settembre iniziava dall'Abruzzo il duro e lungo cammino della transumanza per svernare verso la Puglia. Alla vigilia della partenza i pastori più devoti si preparavano alle incognite del tratturo ed alla !ontananza dalla famiglia. Portavano un cero votivo al santo Patrono del paese facendo penitenza per 40 ore. Prima del viaggio di ritorno alla montagna si recavano alla Fiera di Foggia e non doveva mancare il pellegrinaggio di ringraziamento a San Michele Arcangelo del Gargano e al Santuario della Madonna Incoronata. Secondo la tradizione questo santuario sorse allorquando nell'anno 1001 ad un feudatario, nel corso di una battuta di caccia, apparve nei pressi del torrente Cervaro la Vergine che, indicando fra i rami di una quercia una statua della Madonna con il Bambino, gli chiese di porla in venerazione in una cappella. Nel frattempo giunse un contadino-pastore, Strèccècapp, che pascolava i buoi, si avvicinò al simulacro, appese ad un ramo della quercia la sua caldarella trasformata in lampada con dell'olio e uno stoppino, e si prostrò in preghiera. Da allora i fedeli nel santuario dell'Incoronata, uno dei più antichi d'Italia, si fanno ungere con l'olio benedetto della lampada per ottenere grazie. (La trama di questa "apparizione" è simile per alcuni aspetti a quella che fa risalire la nascita della chiesa di S. Maria in silvis in Serracapriola alla visione della Madonna avuta da un feudatario del posto).
La festa dell'Incoronata di Foggia viene celebrata nell'ultimo sabato di aprile. Il venerdì, vigilia della festa, dopo la "vestizione", nel pomeriggio si svolge la Cavalcata degli Angeli (un corteo di cavalli, bardati da drappi e piume policrome, cavalcati da bambini e ragazze, vestiti da angeli alati, da santi e da fraticelli) che gira lenta intorno al santuario per tre volte, accompagnata dai pellegrini per lo più pugliesi. Una tradizione secolare, folcloristica ma che racchiude una coralità di fede semplice di umili lavoratori meridionali.
Le feste e i santuari dedicati alla Madonna della transumanza sono sparsi lungo il percorso tratturale dal Sannio molisano a gran parte del territorio frentano, in Abruzzo. Le visioni della Madonna di Foggia, di Loreto (il cui simulacro, trasportato da un elicottero nel marzo del 1990, sostò per una settimana nella chiesetta del nostro convento) e di Casalbordino apparse a pastori e pellegrini su un albero di quercia, sono state concretizzate in parecchie statue dislocate in santuari e chiese del Molise, Abruzzi e Puglia. Gli elementi fondamentali che caratterizzano questa iconografia sono il colore scuro del volto della Vergine, la corona e la quercia. Il colore oltre a ricordare un dato etnico in quanto Maria era abitante della Palestina, simboleggia la Dea Madre o Cibele riassorbita dal Cristianesimo.
Le altre Madonne, presenti nel meridione, che hanno l'incarnato chiaro (come la nostra Incoronata) sono state volute così dai vari dominatori d'oltralpe. La corona indica la regalità della Regina Coelis. L'albero allude alla forza vitale e rigeneratrice della natura. Il gruppo scultoreo ligneo della Madonna Incoronata di Faifoli, nelle vicinanze di Montagano, della seconda meta del secolo XVIII, è composto da un quercia con ricco fogliame, in mezzo al quale è seduta l'Incoronata con veste bianca e manto azzurro decorato di stelle. In alto ai lati della corona due angioletti sorreggono un drappo. Due chiodi sporgenti sul piedistallo dovevano un ternpo fissare figure di pastori prostrati ai piedi della Madonna. Questa scultura è caratterizzata dalla dinamicità della composizione molto movimentata. La Madonna del Carmelo nella chiesa di S.Alfonso a Colletorto, e gli altri gruppi scultorei ubicati nella chiesa dell'Assunta a Bagnoli del Trigno, nella chiesa di S. Michele a Baranello, la Madonna Incoronata di S. Polo matese e della chiesa di S. Maria Assunta a Carovilli, ricalcano lo stesso soggetto. In genere la religiosità popolare cerca di umanizzare il divino, anche se, a parte la solenne ieraticità delle icone, la nostra Incoronata del 1700, venerata dai pellegrini durante la transumanza prima di proseguire verso il santuario del Cervaro, conserva un portamento di assoluta compostezza seduta sul tronco di quercia fra due ali di fogliame appena accennato con i due angioletti che sorreggono la corona. Il manufatto, scolpito in legno di noce, di autore ignoto, pregevole soprattutto per l'equilibrio essenziale della composizione, ha riacquistato freschezza e valore grazie al restauro effettuato nel 1997. La posizione della nostra Vergine sul tronco della quercia con le mani giunte è simile all'Incoronata di Carovilli. Questa si differenzia per il colore scuro del viso, mentre l'Incoronata di Serracapriola ha il viso e tutto l'incarnato diafano e la sua massa scultorea è prevalente sul tronco arboreo e sul fogliame, appena accennati.
Negli anni in cui Don Vincenzo Chimisso reggeva la parrocchia di San Mercurio, dove si trova la nostra Incoronata, fu donata da Daniele D'Amicis la statua del pastore Strèccècapp che veniva portato in processlone insieme alla Madonna. Questa tradizione durò poco tempo, poi la statua restò abbandonata nella sacrestia della chiesa e in seguito fu distrutta. Sempre per ricordare i personaggi della visione lo stesso parroco organizzò la processione dell'Incoronata con figure reali rappresentati dal pastore e da una coppia di buoi.
In occasione del millenario (1001 - 2001) dell'apparizione della Madonna Incoronata la comunità parrocchiale. di S. Maria e S. Mercurio ha organizzato le celebrazioni in onore della Madre di Dio. Esse hanno avuto inizio il 1° gennalo 2001 con l'esposizione dell'effige nella chiesa di S. Mercurlo. Le varie funzioni culmineranno con la Festa in memoria dell'appanzione del 28, 29 e 30 aprile, in cui ci sarà il pellegrinaggio dal tratturo che inizierà dal Passo di S. Giacomo per proseguire con la processi one attraverso il paese. Dopo la peregrinazio dell'effige nelle varie chiese ci sarà la reposizione il 1° gennaio 2002.