La Riforma Agraria del secondo dopoguerra (Fedit-consorzi agrari, Ente Riforma, cooperative, da noi la Frentana) fu la più coraggiosa iniziativa dell’Italia democristiana. Si tentava di risolvere la gravissima situazione del sud Italia puntando sulla prioritaria, a tutt’oggi, attività del Mezzogiorno: l’agricoltura. Ma partiamo da lontano…

Consorzio Agrario Cooperativo

     Le prime associazioni di agricoltori a sfondo sociale di tipo cooperativistico si formarono tra il 1887 e il 1890. Queste avevano, come recita uno dei più antichi statuti, “scopi precipui di acquistare in comune materie e suppellettili indispensabili all’esercizio dell’industria agraria, come i concimi chimici, gli zolfi, il solfato di rame, i panelli per il bestiame, le sementi, le varie macchine; e di promuovere in vari modi il miglioramento dell’agricoltura ed il benessere delle classi agricole”.
     Da questi sodalizi derivarono i Consorzi agrari cooperativi, a cui va il merito di aver dato il via al progresso dell’agricoltura per l’acquisto di macchine e materie agricole e successivamente anche per la vendita dei prodotti della terra.
     Nel 1892 sorse la Federazione dei Consorzi Agrari, fondata da Giovanni Raineri (1858-1944) con il suo organo di stampa “l’Italia agricola”, che favorì il profondo rinnovamento in atto all’interno del capitalismo agrario italiano. Nel suo atto costitutivo del 10/04/1892 c’erano 17 enti, tra cui i Comizi agrari, che nel 1894 si adoperarono a fondare cooperative agricole, ovvero consorzi agrari, dove i soci partecipavano direttamente e liberamente alla vita associativa.
     A fine ‘800, per agevolare gli agricoltori, a Serracapriola Giuseppe Castelnuovo e Domenico Ricci s’impegnarono per fondare una cooperativa agricola. Il 15 marzo 1900 sul Palazzo Municipale davanti al Regio Notaio Michele Castriota fu Lorenzo ed ai testimoni Vitaliano de Renzis fu Gianvincenzo, segretario comunale, e Costantino d’Aragona fu Angelomaria, guardia, si costituì il Consorzio Agrario Cooperativo con 43 soci, che di anno in anno si sviluppò sempre di più fino a raggiungere 407 soci nel 1914. L’evoluzione successiva fu gratificata dal successo grazie alla volontà e alla competenza di: Alfredo De Luca, Felice Alberico, Pasquale De Luca fu Domenico, dott. Vincenzo Castelnuovo, Can. Vincenzo Giuliani, Giovanni D’Adamo, Fortunato Cardascia, nel ruolo di esperto cassiere e Domenico Siniscalchi, solerte segretario del consorzio. Si riuscì in parte a liberare gli agricoltori dall’usura e a diffondere le nuove teorie dell’agraria moderna.

La politica del Fascismo

     Con la conquista del potere (1922), il fascismo gestì una riorganizzazione dei settori cooperativi. Dopo aver sciolto la Lega delle Cooperative e la Confederazione Cooperativa Italiana nel 1926 creò l’Ente Nazionale Fascista per la cooperazione inquadrando le cooperative nell’ordinamento corporativo. Le associazioni agricole vennero organizzate in Federazioni tra cui la Confederazione nazionale fascista degli agricoltori a cui aderiva anche la Federazione italiana dei Consorzi Agrari.
     Intorno alla metà degli anni ’20, con la radicale modifica dello statuto, il nostro antico Consorzio Agrario Cooperativo fu commissariato. L’ultimo presidente fu il dott. Vincenzo Castelnuovo e uno dei consiglieri di amministrazione l’esattore Nicola Magnocavallo. Per la transazione al commissariamento fu nominato come commissario ad acta Attilio Colangelo di Campomarino (CB) “sciarpa littorio”.
     Per il rilancio dell’agricoltura nel Mezzogiorno e in particolare nella Puglia venne riproposta una politica creditizia, favorita dal contributo del Banco di Napoli. Dal testo unico del 1922 si approdò alla fondamentale legge del 5 luglio 1928, riguardante i due settori del credito agrario (credito agrario di esercizio e credito agrario di miglioramento). Il Consorzio Agrario iniziò così ad avere un suo ruolo specifico e scopi precipui rispetto alle tante società cooperative operanti sul territorio nazionale.
     L’indirizzo corporativo faceva del Consorzio “l’organo commerciale della Federazione Provinciale degli Agricoltori”. Oltre a sottrarre gli agricoltori alla speculazione di produttori e commercianti, li agevolava con il servizio di credito agrario per l’acquisto di concimi, antiparassitari, bestiame e macchine agricole, necessari al loro lavoro.
     Con la legge n.752 del 30 maggio 1932 lo Stato, per i meriti che i consorzi agrari ebbero nel corso degli anni, costituì “l’Ente finanziario dei Consorzi agrari” per agevolare il loro assetto finanziario.
     Tra i tanti organismi le Casse rurali e i Consorzi agrari, creati da agricoltori attivi ed intelligenti, portarono l’Italia ai primi posti nel settore agricolo mondiale. La potenzialità di queste istituzioni si ebbe all’inizio della politica degli ammassi, quando fu organizzato il primo ammasso volontario del grano. Nel 1935 i Consorzi agrari e gli enti simili ammassarono 12 milioni di quintali di grano e nel 1938 ben quaranta milioni di quintali in vista delle esigenze “autarchiche” ed in previsione della guerra.
     Gli Enti economici operanti in campo agricolo vennero fusi in ogni provincia in un Consorzio provinciale tra i produttori dell’agricoltura. Ma si usava ancora la parola Ente e non consorzio agrario perché erano altri organismi a fare le stesse funzioni del consorzio agrario, es. le Casse rurali.

Il Consorzio Agrario Provinciale

     C’era la necessità, quindi, di dare identità al Consorzio Agrario. Con il r.d.l. 5-9-1938 e la legge 2-2-1939 i Consorzi agrari e la Federazione “cessando di essere società commerciali” vennero riformati e fusi d’obbligo in ogni provincia in un unico Ente morale con il nome di “Consorzio Agrario Provinciale” (conservando la natura giuridica di ente privatistico e ridotti da 196 a 94, uno per provincia).Ente morale” che per legge doveva espletare attività commerciali a vantaggio delle aziende agricole. I soci dei vari enti e consorzi fusi divennero, con le quote di partecipazione, partecipanti e membri dell’assemblea del nuovo Consorzio agrario. Si costituì il Consiglio di Amministrazione, con un presidente e un vice presidente, nominati dal ministro dell’agricoltura e foreste (su designazione rispettivamente della confederazione degli agricoltori, dei lavoratori dell’agricoltura), dai rappresentanti del consorzio provinciale (tra i produttori agricoli), dai rappresentanti dei soci degli enti cooperativi fusi. Il collegio dei sindaci, composto di quattro membri, fu nominato con decreto dal ministro dell’agricoltura.
     La filiale di Serracapriola del Consorzio Agrario Provinciale di Foggia aveva la vendita dei prodotti in Corso Garibaldi Oriente n.9, gli uffici in via Cav. De Luca e il “Magazzeno Ammasso Grano” in una struttura, nata nel 1927, nei pressi dell’edificio scolastico femminile, con due accessi: uno in via Tiziano Vecellio, dove entravano i carretti dei soci carichi di sacchi di grano e l’altro in via Cavour da dove i mezzi, vuoti del carico depositato, uscivano.
     La guerra rallentò lo sviluppo dell’Istituzione. Intorno agli anni ‘940 si costituì il centro ammasso olio al n. 12 di piazza V.Emanuele III, consegnatario-contabile era Carlo Castriota, che aveva interrotto l’attività di orefice per motivi bellici. Il 1°ottobre del 1943 il commissario Michele Filippi, un sottufficiale inglese e altre sette persone morirono mentre tentavano di aprire la porta del magazzino del consorzio agrario, minato dai tedeschi, per controllare il deposito del grano.

Il nuovo ordinamento dei Consorzi Agrari

     “Nel dopoguerra il decreto legge n.1235 del 7 maggio 1948, modificò l’ordinamento dei consorzi agrari e della Federazione secondo il concetto del ritorno alle origini (società cooperative a responsabilità limitata). I consorzi agrari restarono tutelati dal Ministero dell’agricoltura, ma le amministrazioni furono restituite ai soci. Con decreto luogotenenziale, da cooperative di II° grado, furono abilitati direttamente all’esercizio del credito agrario. Magna charta del sistema dei consorzi agrari provinciali e della nuova Federconsorzi (la più grande cooperativa agricola del mondo, voluta da Paolo Bonomi, presidente della Coldiretti e da Alfonso Gaetani, presidente della Confagricoltura) che negli anni ’70 fatturava 3.000 miliardi di vecchie lire.
     La Federconsorzi rappresentava tutti i consorzi dell’Italia negli anni in cui i prodotti della terra, i fertilizzanti e le macchine agricole venivano acquistati nei consorzi agrari, quando la cooperazione era il lievito per la trasformazione culturale degli agricoltori e capillare sistema per il cambiamento radicale dell’intero settore primario.”
     A partire dal 1944 e sino al 1962 il Consorzio esercitava funzioni di carattere pubblicistico. Il decreto legislativo n.1235 del 7 maggio 1948 prevedeva operazioni di ricevimento, conservazione e distribuzione di merci di ogni tipo compiute per conto e nell’interesse dello Stato: l’ammasso del grano e di altri prodotti; una gestione di ammasso volontario dell’olio d’oliva, fino al 1966, in base ad un regolamento comunitario (sistema poi abrogato con la legge n.410 dell’ottobre 1999).
     Nei primi anni del dopoguerra (Piano Marshall) ci furono gestioni di distribuzione all’ingrosso e poi anche al dettaglio di derrate alimentari e altri prodotti, di cui il consorzio riforniva i commercianti del posto e i cittadini dietro presentazione del buono (tessera) rilasciato dal Comune. Questo durò fino ai primi anni ’50. In questo periodo in un locale del consorzio di via Cavour fu impiantato un oleificio di 4 presse per dare un servizio conto terzi e ai soci con l’ammasso dell’olio per i produttori, smantellato poi negli anni ‘60.
     “A livello nazionale con la riorganizzazione della Federconsorzi e le nuove leggi a favore dell’agricoltura l’istituzione divenne la principale forza di collegamento tra grandi gruppi industriali e proprietà terriera.” La legge Fanfani del 1952 diede incremento alla vendita di macchine agricole (aratri, trattori, mietitrici, trebbie).
     La filiale di Serracapriola del C. A.P. di Foggia con manifesti pubblicitari informava: Allevatori! Il C.A.P. mette a vostra disposizione - Suinetti di primo incrocio – Rapido sviluppo – Immuni da qualsiasi malattia - Garanzia per otto giorni dalla consegna - e - Ammasso volontario uva e mosto-produzione 1958- Allo scopo di tutelare e sostenere i prezzi del prodotto la F.I. dei C.A. d’intesa con le Confederazioni sindacali dei produttori, ha indetto, per la corrente campagna 1958, l’ammasso volontario delle uve da vino e dei mosti, che sarà effettuato dal C.A.P……I conferenti avranno diritto di percepire all’atto del conferimento un immediato anticipo nella misura del 70% del prezzo medio di mercato……Anche per questa campagna è previsto un contributo statale sugli interessi del finanziamento del prodotto…. Nel 1960, per la festa del bicentenario della proclamazione di S.Fortunato Martire a compatrono di Serracapriola, promosse in piazza V.Emanuele III una fiera di macchine agricole.
     L’ammasso del grano fu obbligatorio fino al 1943. Dal dopoguerra in poi e fino al 1990 diventò volontario, gestito dalla Federconsorzi attraverso i consorzi provinciali. Negli anni ’80 si avvertì la crisi progressiva dei consorzi agrari e della Fedit, dovuta al loro indebitamento, causato da un’avventata politica creditizia. Da questa bufera una parte dei consorzi agrari si riprese con gestioni autonomi. Il CAP di Foggia, invece, dopo l’ultima gestione del presidente geom. Francesco Bisceglia e del direttore dott. Nicola Gerardi, fu commissariato. Dal 1991 si sono succeduti i commissari: Giuseppe Genua, Giuseppe Fasano, Vito Giannotta, Ambrogio Santangelo, Antonio de Maio, Stefano Pecorella, Vito Ippedico, Virgilio Stanziale.
    Alla fine dell’anno 2006, superata la gestione commissariale, è stato eletto presidente il dott. Francesco Schiavone che attualmente gestisce il Consorzio con un suo consiglio di amministrazione.
    Delle 48 agenzie del C.A.P. di Foggia, già presenti nel 1966 sul territorio, 8 furono abolite al 2 agosto 2005 (tra cui quelle di Lesina ed Apricena) e altre 12 (Bovino, Candela, Carpino, Chieuti, Margherita di S., Minervino Murge, Poggio Imperiale, San Marco la C., San Paolo Civitate, Stornara, Troia, Zapponeta) successivamente. Ne restano attive 28, tra cui la filiale di Serracapriola.
     Il primo rappresentante con deposito dell’agenzia serrana del C.A.P. di Foggia fu il Cav.Gustavo de Luca (13/08/1906 - 29/04/1969), già cassiere del consorzio nei primi anni ’30, che operò fino al 1966. Fra i tanti dipendenti che si sono succeduti negli anni con incarichi di magazziniere, contabile, cassiere, ricordiamo: Antonio Alberico, Antonino Arranga, Luigi Captano, Pasquale (Lilino) D’Adamo, Manfredo D’adamo, Ettore (Ninino) de Simone, Mario Gatta, Luigi Palazzo.
     Dal febbraio 1966 il Consorzio Agrario Provinciale con gli uffici e il deposito venne trasferito nella struttura di via Cavour e subentrarono quali rappresentanti con deposito Armando Torres e Roberto Magnocavallo (dimessosi dopo poco tempo), coadiuvati da Antonino Arranga.
     Nel 1997 l’incarico a rappresentante è passato a Giuseppe Magnocavallo che a tutt’oggi gestisce con dedizione la filiale del consorzio provinciale, la cui attività si è ridimensionata per la mancanza di ogni forma di ammasso (il più grosso ammasso di grano e di altri prodotti agricoli viene realizzato dalla cooperativa Frentana). Il consorzio continua però la sua funzione con la vendita di concimi, sementi, gasolio agricolo e altri prodotti. Rappresenta i trattori del gruppo Argo: Landini, McCormick, Laverda, Valpadania e mette a disposizione dei suoi clienti settimanalmente il suo tecnico fitoiatico, Giuseppe Cerno.

     Per la consulenza si ringraziano i sig. Armando Torres e Giuseppe Magnocavallo.