I fratelli Antonio, Nicola e Giuseppe Mascolo erano agricoltori che disboscavano i terreni per prepararli alla semina. Nella contrada boscosa Mezzarazza in agro di Chieuti per il terreno arido e improduttivo si indebitarono a tal punto che la vendita della proprietà non fu sufficiente per pagare i debiti. Il 10 marzo 1884 fu stipulato un atto di affitto, con decorrenza dal gennaio 1885, della durata di 9 anni, di 25 versure di terreno per uso di semina tra la proprietaria Margherita Donnorso Maresca e gli affittuari fratelli Antonio e Nicola Mascolo.
    Filippo (30/09/1872 - 20/10/1944), figlio di Antonio, coniugato con Amalia Giacinta Palmieri (29/09/1878 - 16/08/1964), si mise in proprio. Intorno al 1900 andò in America e mandava i propri risparmi alla moglie per farle gestire la piccola proprietà rimasta. Dopo tre anni ritornò al paese natio e con i suoi sette figli (3 donne e 4 maschi), di cui due deceduti prematuramente, pensava a come poter ricreare una sua azienda agricola. Si presentò l’occasione quando Pasquale, fratello di Filippo, accompagnò con il suo calesse la marchesa Giuseppina Maresca alla stazione Chieuti-Scalo per prendere il treno. La marchesa durante il tragitto si lamentava dei suoi terreni improduttivi in contrada Maddalena. Pasquale allora le propose di venderli a suo fratello Filippo. La marchesa acconsentì e Filippo, con atto redatto il 6 luglio 1923 dal notaio Matteo Falcone di Serracapriola, acquistò 70 ettari di terreno (ha 60 seminativo e ha 10 oliveti) con la masseria, un mulino ad acqua fatto costruire dal marchese Benedetto Maresca (il cui rudere esiste ancora oggi) e una chiesetta dedicata a Maria Maddalena nella contrada omonima.
    I figli di Filippo, sposati: Antonio (20/09/1905 - 20/11/1998) con Teresa Presutto; Annibale (1910-1978) con Lina Tundo; Luigi con Rosa Mascolo; Elena con Fortunato di Carlo; Filomena con Michele Saracino, ereditarono la proprietà paterna. 
    I fratelli Antonio e Annibale Mascolo, assieme al cognato Fortunato di Carlo, a seguito del fallimento della “Società Anonima Industriale Agricola Angelo Centuori”, ad un’asta svoltasi a Milano, dove si era trasferita la famiglia Centuori, acquistarono in società con atto del 26 ottobre 1934 in via “Isolato Centuori” (oggi via Mazzini) il caseggiato dei Centuori, con annesso terreno di un ettaro, dove, oltre all’abitazione al primo piano, c’erano altri locali al piano terra, di cui uno adibito a cinema muto, un altro ad oleificio (efficiente) e un altro a mulino per il grano. Dopo un anno Fortunato di Carlo si ritirò dalla società e soltanto Antonio e Annibale continuarono l’attività rinnovando l’oleificio con super presse all’avanguardia. Per i lavori di campagna, avendo due trebbie, sostituite nel 1958 con una mietitrebbia, eseguivano anche lavori a conto terzi. 
    I fratelli Mascolo quando misero su famiglia si divisero la casa: la prima parte toccò ad Annibale, la seconda ad Antonio che nel tempo la ampliò da via Mazzini verso via Solferino.
    Dopo l’abbandono dell’oleificio, ormai obsoleto, dal 1970 Antonio si dedicò completamente alla campagna, aiutato dal figlio Ferdinando Carlo (1938-1999) sposato con Enrichetta Presutto, mentre la figlia Maria Pia, casalinga, assieme alla madre, oltre a gestire la casa curava anche la gestione dell’attività agricola. Le colture principali dell’azienda erano il grano, le olive e la barbabietola da zucchero. Gli altri figli: Filippo, Amalia, Annunziata, Rita, si laurearono e si dedicarono all’insegnamento, mentre Annibale frequentava la facoltà di medicina a Roma.
    Negli anni 1985/1990 il capo famiglia Antonio decise di far stipulare gli atti di donazione con i quali fu assegnata la nuda proprietà di circa 60 ettari ai figli riconoscendo un particolare merito ai figli Ferdinando Carlo e Maria Pia, principali collaboratori dell’attività agricola, riservandosi l’usufrutto per se stesso e la moglie.

AZIENDA ANNIBALE MASCOLO

Annibale (cl.1948), spinto anche dal padre di fare una scelta definitiva se continuare o abbandonare gli studi universitari, decise di dedicarsi all’agricoltura come coltivatore diretto sui terreni avuti in eredità, assieme alla casa, dalla zio Annibale, e su altri terreni ereditati dal padre. Oggi conduce: ha 6,5 di colture da seme (cavoli, cipolle e finocchi da seme), prodotti che consegna alla cooperativa agricola di Cesena di cui è socio; ha 3 di oliveti e un vigneto di trebbiano toscano, bombino, falanghina, montepulciano, aglianico del Vulture e brunello di Montalcino.

AZIENDA BIOLOGICA FILIPPO MASCOLO

Filippo Mascolo (cl.1937), docente di scuola superiore in pensione, ha fatto parte del Sindacato Nazionale Insegnanti Fuori Ruolo SNAFRI. È stato sindaco di Serracapriola, eletto l’8 giugno 1993 e vice presidente della comunità del Parco del Gargano. Innamorato della campagna continua a fare la spola tra Serracapriola e Roma, dove possiede un appartamento, per curare i suoi 9 ettari di terreno coltivati col sistema biologico: colture di avena, fave, coriandolo, orzo, gli oliveti con alberi da frutto e un piccolo vigneto di montepulciano d’Abruzzo, cabernet, aglianico del Vulture e cabernet sauvignon.

AZIENDA F.CARLO MASCOLO

Ferdinando Carlo Mascolo (15/09/1938-04/12/1999) cgt Enrichetta Presutti, coltivatore diretto, ebbe tre figli: Teresa, direttrice del carcere di Viterbo, Antonio laureato in economia e commercio e Annibale in scienze politiche.
    Tra l’eredità avuta dal padre e l’acquisto di altri terreni aveva 60 ettari di terreno compresi ha 5 di oliveti, dislocati in varie contrade (a Montesecco ha 24, alla Maddalena ha 18, a Pettulli ha 10, ad Ischia ha 8). I terreni venivano coltivati a cereali, a barbabietola da zucchero ed a olivi. Ferdinando Carlo, socio della cooperativa olivicola O.C.A.T. il 21-10-1981, fu eletto consigliere del CdA, presidente Armando de Virgilio; socio anche della cooperativa cerealicola Frentana, il 26-04-1988 ricoprì la carica di sindaco nel collegio sindacale del CdA, presidente Primiano Balice.

LA POLICOLTURA MA.PI NELL’AZIENDA DI ANTONIO MASCOLO

Antonio Mascolo (cl.1968), sposato con Daniela Sponzilli e padre di una bambina (Dafne), laureato a pieni voti in Economia e Commercio, alla morte prematura del padre F. Carlo, si è dedicato come coltivatore diretto alla conduzione dei 60 ettari di terreni avuti in eredità.
    Socio della cooperativa cerealicola Frentana, ha ricoperto la carica di consigliere nel CdA eletto il 29 maggio 2000, presidente Francesco Giannubilo. Si è impegnato anche in politica. Esponente di AN, nelle elezioni comunali del 28 e 29 maggio 2006, è entrato in coalizione nella lista della “Casa delle Libertà”, capeggiata da Marco Camporeale, risultata vincitrice. Dopo aver ricoperto la carica di vice sindaco con deleghe al Bilancio, Tributi, P. Economica, Contenzioso, Agricoltura e Patrimonio, a seguito del ritiro delle deleghe da parte del sindaco M. Camporeale, il 29 novembre 2007 è passato all’opposizione. Provetto giornalista, ha fondato e ha redatto nel 2007 un giornale locale “Spazio Serracapriola”.
    Oggi Antonio, dedito alla famiglia e all’ agricoltura, pratica nella sua azienda la “Policoltura MA.PI” (Mario Pianesi che è l’antesignano della macrobiotica in Italia).
   La macrobiotica, “Grande Vita”, è basata sui principi di equilibrio universale (Yin-Yang) legati alla cultura orientale che tende ad un equilibrio uomo-natura-ambiente.
    L’azienda, unica a Serracapriola, lavora per una piattaforma distributiva (un punto macrobiotico) che vanta circa 100 negozi ristoranti in Italia.
   

PRINCIPI DI LAVORAZIONE

  • L’assenza totale della chimica nella lavorazione (a differenza della coltura biologica).
  • Lunghe rotazioni: con l’avvicendamento colturale si migliora e si mantiene la fertilità del terreno garantendo una migliore resa.
  • Sovesci: interramento di piante o di parti di piante allo stato fresco, praticato allo scopo di arricchire il terreno delle sostanze concimanti in esse contenute.
  • Lavorazioni leggere simili all’agricoltura tradizionale.
  • Eliminare la bruciatura dei residui colturali.
  • Piantumazioni di alberi e siepi (conservare le nostre querce ed altri alberi ornamentali, vanto dell’agricoltura del passato e piantumarle dove è possibile).
  • Migliorare la biodiversità.
  • La finalità è salvaguardare la sostanza organica e la fertilità dei terreni.