Nella costruzione o, meglio, nella ricostruzione virtuale di Serracapriola, il convento dei frati cappuccini presenta indubbiamente le maggiori difficoltà ai fini della documentazione, perché nonostante le possibilità offerte dalla nuove tecnologie, difficilmente riusciremo a far "respirare" quell'anima del convento di cui Padre Giulio Mancini O.F.M., Guardiano del "Convenctus Sancti Damiani" di Assisi, parla nella sua relazione al convegno di Fotogrammetria architettonica del 1991.
 In questa sede non abbiamo alcuna intenzione di paragonare il convento di Serra al Convento di S. Damiano in Assisi, ma non possiamo non tener presente che in tutti i conventi francescani aleggia "l'indomabile ispirazione cristologica-ecclesiale su cui tutta la vita di Francesco si tese fino a bruciare come freccia sul fuoco: Francesco, va e ripara la mia domus in rovina."
 In perfetta coerenza con quanto abbiamo detto a proposito della prima ricognizione, che deve precedere ogni rilievo, cerchiamo di capire lo spirito con cui ogni convento francescano è stato realizzato, ma dobbiamo subito ricordare che il rilievo non è solo un'operazione tecnica. Il rilievo è un'operazione strettamente connessa a qualsiasi azione dell'uomo. Prima di sedersi, ognuno di noi effettua un accurato rilievo della sedia: dove si trova? è comoda? è resistente? ecc. È evidente che non è possibile effettuare un rilievo senza una precisa motivazione: quasi certamente se non dobbiamo passare sotto un arco, difficilmente faremo attenzione alle eventuali lesioni esistenti nella struttura. Altra condizione fondamentale per effettuare il rilievo è la conoscenza dell'oggetto da rilevare. Il rilievo viene effettuato incosciamente prima di qualsiasi intervento: non è pensabile tentare di riparare un motore di cui non si è in grado di capire neppure il principio di funzionamento! Dunque, prima di entrare nel convento, dobbiamo verificare se entriamo da cristiani o da non credenti: nel primo caso il rispetto per i luoghi sarà dettato dalla fede, nel secondo caso lo stesso rispetto sarà dettato dal senso civico.
 Fondato nel 1536 (quindi prima della soppressione del 1866), il convento di Serracapriola è ubicato a nord del paese, ad una distanza sufficientemente grande per garantire la tranquillità della comunità, ma anche sufficiente piccola per essere raggiunto a piedi. Considerato che la distanza del convento dal centro storico di Serracapriola supera ampiamente il chilometro, la visita al convento si risolveva, per i più piccoli, in una gita, fatta in belle giornate. Come succede per tutti i ricordi dell'infanzia, il convento rientra tra i "ricordi piacevoli", che ognuno cerca di rivivere con qualche rivisitazione, ma nessuno può negare che ogni convento presenta un'aria di mistero, che invano si cerca di attribuire alla sala degli ex-voto o al corpo di qualche beato esposto alla venerazione dei fedeli.
 Per renderci conto di cosa siano questi luoghi, l'unica via percorribile è la conoscenza del sistema di vita di queste comunità, di cui ci parla P. Benvenuto Bazzocchini O.F.M. nel suo volume CRONACA DELLA PROVINCIA SERAFICA DI S.CHIARA D'ASSISI e grazie al quale ci rendiamo conto di aver a che fare con personaggi straordinari come:

  • Fra Bonaventura dalle Case Mascie (✝ 1649), di cui il Cronologo riferisce che "fu veramente umile ed ebbe tutti i requisiti per esser disprezzato dagli uomini" e che predisse la morte del Pontefice Urbano VIII e l'innalzamento d'Innocenzo X;
  • Fra Girolamo da Gubbio (✝ 1647), "un vero esemplare di povertà francescana: tutto quanto possedeva lo portava in dosso, ed era un povero abito sdrucito e rappezzato, per il quale ebbe a sperimentare gli scherni dei secolari e i rimbrotti dei superiori".
  • Fra Onofrio dalla Fiammenga (✝ 1639), che "per attendere all'orazione e alla penitenza soleva appartarsi in una grotta oscura e profonda" dalla quale alcuni cittadini di Terni "videro levarsi ...un lume, come un grande astro, che pareva illuminasse tutta la valle";
  • Fra Mario D'Amatrice (✝ 1659), che rischiò di essere imprigionato per disposizione dell'Inquisitore per aver previsto "un terribile terremuoto, che rovesciò molte case, malmenò molti edifici, buttando a terra anche una parte delle mura della città, con danno e spavento di grandissimo numero di persone";
  • Fra Pietro da Montesanto (✝ 1650) che "peccatore, tornato sulle vie della salute, mostrò in sè e colla sua vita ciò che può la mano del Signore, e la divina bontà sa cavare da un cuore veramente contrito e umiliato";
  • P. Antonio D'Amelia (✝ I657) che "considerando che gli onori e le prelature non sono la scala più sicura per salire al cielo, li rifiutò costantemente";
  • P. Antonio da Nocera (✝ 1649) eletto Guardiano nel convento dell'Eremita di Cesi."Era tale insomma l'esattezza, la regolarità, l'armonia di questo convento, tale l'amore e la pace dei suoi fortunati abitatori, che non pareva già dimora d'uomini, ma abitazione d'angeli del cielo";
  • P. Antonio da Pantalla (✝ 164...) che, "per impedire al suo spirito di dissiparsi, andava sempre a occhi bassi, e si metteva dei sassolini in bocca che gli fossero d'impedimento a proferire parole, anche quando se ne desse l'occasione";
  • P. Benedetto da Torgiano (✝ 1648) che un religioso del convento della Santissima Annunziata di Norcia (dove il P. Benedetto era Guardiano) vide "colle braccia aperte, il volto illuminato e tanto sollevato da terra che il capo quasi toccava il soffitto";

     Per concludere corre d'obbligo ricordare, al rilevatore o al visitare distratto, che, nel convento di Serracapriola,
  • ha studiato teologia il giovane Padre Pio da Pietrelcine, che vi giunse nell'ottobre del 1907;
  • vicino all'altare maggiore della chiesa, riposano le spoglie del servo di Dio P.Matteo da Agnone, per la cui Causa di Beatificazione e Canonizzazione si interessa P.Cipriano De Meo da Serracapriola, Superiore e Parroco, nonché esorcista (1973-1976).